I capelli svolgono una serie di ruoli importanti, tra cui protezione fisica, termoregolazione, dispersione del sudore, produzione di sebo e feromoni, oltre ad essere fonte di comunicazione sociale e sessuale. Di conseguenza, la caduta dei capelli può determinare un disagio psicosociale profondo.
Quali sono i principali tipi di alopecia e come si manifestano?
1. Alopecia androgenetica
Comunemente nota come calvizie, l’alopecia androgenetica, rappresenta la forma più comune di perdita di capelli.
E’ causata da una progressiva miniaturizzazione del follicolo pilifero sotto stimolo ormonale. Ad esserne colpiti sono prevalentemente gli uomini, con un’iniziale perdita di capelli a livello delle tempie e del vertice.
Questo fenomeno, seppur più spesso in forma lieve, è frequente con l’avanzare dell’età, soprattutto dopo la menopausa, anche nelle donne.
Nel loro caso si osserva un diradamento prevalentemente localizzato al vertice, spesso meno marcato di quello maschile, ma più generalizzato.
La diagnosi di alopecia androgenetica è clinica (area interessata, caratteristiche di diametro e qualità del capello). La dermatoscopica si è dimostrata un utile presidio. In alcuni casi, soprattutto nelle forme femminili (FPHL, female pattern hair loss), può essere necessaria anche una valutazione ormonale.
Una valutazione dermatologica con inquadramento e pianificazione terapeutica è indispensabile fin dagli esordi per controllarla; si tratta infatti di una condizione, progressiva ed ingravescente in assenza di trattamento.
2. L’alopecia indotta da chemioterapia
L’alopecia indotta da chemioterapia è un effetto collaterale comune ed estremamente visibile del trattamento del cancro, sebbene la probabilità di svilupparla e la sua gravità dipendano dal tipo di farmaco utilizzato e dal suo dosaggio.
La chemioterapia agisce eliminando le cellule tumorali che, per loro natura, hanno una crescita molto veloce. Sfortunatamente alcune cellule sane, come quelle dei capelli, si comportano allo stesso modo anche senza avere connotati patologici. Diventando quindi il bersaglio della chemioterapia, i follicoli piliferi interrompono il loro normale ciclo e iniziano a sviluppare capelli e peli direttamente nello stadio catagen (il terzo e ultimo stadio di vita dei capelli) e il fusto del capello non si sviluppa correttamente, si rompe e cade. Si tratta di una condizione reversibile: quando la chemioterapia viene interrotta, i follicoli si rigenerano normalmente e i capelli si sviluppano come prima del trattamento.
3. Alopecia areata
Insorge quando il nostro sistema immunitario attacca le cellule del bulbo pilifero in crescita. Questa malattia autoimmune, chiamata alopecia areata, è caratterizzata da un’alterazione del ciclo dei follicoli piliferi, che entrano prematuramente nella fase terminale detta telogen. I capelli si rompono e cadono, formando una o più chiazze sparse sul cuoio capelluto. I follicoli piliferi non vengono, però, distrutti e si rigenerano quando il sistema immunitario torna ad essere sotto controllo e a funzionare normalmente.
L’area colpita da alopecia inizialmente può essere piccola, per poi espandersi e interessare vaste zone del capo o tutta la testa. L’alopecia areata può insorgere a ogni età, ma spesso compare nell’infanzia.
4. Alopecia cicatriziale
Si tratta di una condizione più grave, in cui in seguito a processi infiammatori viene distrutto il bulbo pilifero, traducendosi in una perdita di capelli permanente.
Si distinguono le forme ereditarie, numerose, ma rare e quelle acquisite, più comuni, tra cui il lichen planus, il lupus eritematoso e la morfea.
Anche traumi, ustioni, radiodermiti o forme infettive gravi possono portare a un esito fibrotico-cicatriziale permanente.
Quali sono i possibili trattamenti?
Il minoxidil contrasta l'alopecia androgenetica sia negli uomini che nelle donne. Non è ancora del tutto chiaro come funzioni, ma usato correttamente e massaggiato in profondità nel cuoio capelluto, rallenta la caduta dei capelli e ne promuove la crescita. L'altro farmaco attualmente disponibile per l’alopecia androgenetica è la finasteride. L’utilizzo di questo principio attivo è approvato solo per gli uomini. Fra gli effetti collaterali più comuni c’è la perdita della libido.
Un altro modo per combattere la caduta dei capelli è trapiantare i follicoli piliferi dai lati e dalla parte posteriore del cuoio capelluto fino alla sommità della testa. I risultati del trapianto di capelli in uomini con alopecia androgenetica sono migliori se si associa terapia con finasteride 1mg/die. Essa inibisce la miniaturizzazione e la successiva perdita dei capelli non trapiantati che circondano l'area del trapianto, migliorando la densità complessiva del cuoio capelluto.
Tecniche più avanzate di trattamento dell’alopecia androgenetica prevedono terapie chirurgiche, come l’autotrapianto di capelli, che consiste nel prelevare i capelli nella regione posteriore della testa (tecnica FUT o STRIP) e reimpiantarli nelle zone più diradate. In alternativa, è possibile prelevare direttamente i singoli follicoli piliferi, che andranno poi ad essere reinnestati nelle zone a più scarsa densità (tecnica FUE).
Da qualche anno è, inoltre, presente una tecnica infiltrativa di stimolazione basata sull’uso di PRP o plasma ricco in piastrine, fonte di fattori di crescita. Esso può essere utilizzato per stimolare le cellule staminali dotate di recettori per i fattori di crescita, presenti a livello del bulbo pilifero.