Che cosa sono?

Si tratta di infestazioni causate da parassiti come l’acaro della scabbia e i pidocchi (del capillizio, del corpo e del pube).

Come avviene il contagio?

Vengono trasmessi principalmente tramite contagio interumano diretto o indiretto (effetti letterecci per la scabbia e pettini, cappelli, pellicce per i pidocchi). È opportuno al riguardo che vengano controllati anche i famigliari e il partner.

Come si presentano?

Sia la scabbia che la pediculosi causano un prurito molto fastidioso. Nella scabbia si accentua di notte, disturbando il sonno ed è causa di escoriazioni da grattamento. Le lesioni tipiche sono, però, piccoli rilievi lineari chiamati “cunicoli” che terminano con una vescicola. Si localizzano perlopiù agli spazi interdigitali, alle superfici laterali delle mani, ai polsi, alle pieghe ascellari e ai genitali.

Nella pediculosi il prurito è localizzato nelle zone interessate, dove sono presenti gli insetti o le loro lendini.

Come si effettua la diagnosi?

La diagnosi è essenzialmente clinica. Nella scabbia può essere confermata dall’esame microscopico del materiale ottenuto dal grattamento dei cunicoli o delle piccole vescicole associate, che rivela la presenza di acari, feci o uova. Nelle pediculosi con una lente di ingrandimento si possono meglio apprezzare gli insetti o le loro uova.

Come si curano?

Nella pediculosi del capo si usano topici in lozioni, crema o gel a base di permetrina, piretrine, malathion o siliconici, che soffocano il pidocchio. Le lendini dovrebbero essere rimosse con un pettine a denti stretti.

Il trattamento della scabbia si basa sull’uso di permetrina o benzoato di benzile, da applicare di norma su tutta la superficie cutanea, tranne il capo.
In pazienti selezionati si può ricorrere ad un antiparassitario disponibile per via orale: l’ivermectina.
L’estensione della terapia ai contatti stretti e ai famigliari è fondamentale per impedirne la diffusione.
È consigliabile la ripetizione del trattamento dopo una settimana.